Devo imparare i termini nautici?
I nomi delle parti della barca da sapere quando vai per la prima volta sono davvero pochi. Direi nessuno. Il capitano, dopo averti bonariamente preso in giro, ti insegnerà qualche termine che tu dimenticherai dopo 5 minuti. È tutto normale.
Il lessico dei velisti è come una lingua straniera da imparare. All’inizio sembra che facciano apposta a complicare cose semplici, ma vedila così: quando molli gli ormeggi e varchi il confine della terra ferma, sconfini in un paese straniero fatto d’acqua, che ha suoni e abitudini sconosciuti. Ci vuole tempo.

Quando compri una guida turistica, spesso nelle ultime pagine trovi qualche termine da imparare. Non significa che saprai parlare una lingua nuova, ma dimostra la tua buona volontà a fare amicizia. Ecco, con questo intento ti passo un mini glossario della barca, usalo per entrare in confidenza.
Termini nautici: glossario di sopravvivenza
Ecco qui alcune parole da imparare per sopravvivere in barca o anche solo per entrare in atmosfera.
BOMA = palo orizzontale che tiene la vela principale (la randa). Durante le manovre passa da un lato all’altro della barca, anche velocemente. Prenderlo in testa non è consigliato, ci si può fare male seriamente. Per questo una delle frasi che sentirai urlare spesso ai primi imbarchi sarà Attenti al boma! Facci attenzione davvero. |
PRUA = parte davanti della barca. |
POPPA = parte dietro della barca. |
COPERTA = zona all’esterno. |
POZZETTO = zona comoda in coperta, dove puoi sederti a chiacchierare, e dove passerai gran parte del tempo a mangiare e bere. Per i puristi della navigazione è il posto dove si fanno le manovre. |
SOTTOCOPERTA = ambiente interno. |
DINETTE = salottino all’interno. |
GAVONI = tutti i contenitori – che all’inizio non vedi – mimetizzati sotto i sedili o dietro gli schienali. Servono a stivare le attrezzature ma soprattutto contengono la… |
CAMBUSA = dispensa con tutte le cose da mangiare. Fare cambusa vuol dire fare la spesa. |
Termini velici: nati per essere pecisi
Ci sono alcuni termini velici che mi affascinano per quanto sono precisi.
CIME, cioè corde, mi piace per due motivi. |
1 – Mi aiuta a capire che capitano c’è a bordo.
Fai una prova e chiedi con innocenza “che corda è questa?“, e poi ascolta come reagisce. (Anche se non lo dici di proposito prima o poi ti sfuggirà.)
Lo skipper potrebbe:
- mettersi a ridere,
- guardarti con aria sconsolata e farti sedere per una lezione di nomenclatura,
- rimproverarti in maniera solenne. (In questo caso obietta con una controdomanda: allora perché tutte le cime di una barca si definiscono “cordame”? Innesca la discussione tra gli esperti e tuffati in mare.)
2- L’altro motivo è che, in realtà, cime non significa quasi nulla.
Ci sono molte cime su una barca e, a seconda della funzione, cambiano nome: drizze, scotte, trappe, … Solo dal nome potresti capire com’è fatta, a cosa serve e dov’è.

Un’altra parola fenomenale è:
BUGLIOLO = secchio. Questo è un mistero al quale bisogna solo credere con la fede. Finché sei a terra è un secchio, quando sei a bordo si trasforma in un bugliolo. Qualcuno ha sentito la necessità di cambiargli nome, non si sa perché, accettiamolo. |
Espressioni marinaresche: non sono parolacce
* Cazzare la randa
Issare (tirare su) la vela centrale. Niente a che fare con organi riproduttivi maschili.
* Tirare dentro la mutanda
Quando il fiocco (vela che sta a prua) rimane bloccato sulla battagliola (ringhiera) serve che qualcuno vada a spostarlo manualmente. Non ce l’hanno con il tuo costume.
* Fare una strambata
È un cambio di andatura della barca; se fatta volontariamente è tutto ok. Se succede per errore è un casino.
* Regola il patarazzo
Non ti stanno mandando a rifare il letto ma a sistemare la cima che collega la testa d’albero con la poppa. Se sei al primo imbarco non stanno parlando con te.
* Leghiamoci al corpo morto
Nessun cadavere. Si tratta di un oggetto pesante (spesso blocchi di cemento) utilizzato come ancoraggio sul fondo.
* Stiamo andando a scogli!
Altro che posticino per tuffarsi, stai andando troppo vicino a riva e rischi di sbattere sul fondo o sugli scogli.
* Batticulo all’ormeggio
Non è come pensi… e comunque si può dire anche spring. È un tipo di ormeggio.

Siamo liberi!
Eccoci finalmente alla quintessenza dello spirito marinaro.
Quando tutti gli ormeggi sono sciolti si urla Siamo liberi! per avvisare il timoniere che niente trattiene più la barca. È la voce di chi desidera partire. È la mia espressione marinara preferita: il riassunto perfetto di ciò che significa andare in barca, per me.