Restaurare una barca a vela è un lavoro da lupi di mare professionisti? Pare di no. Olga e Christian raccontano come hanno fatto, pezzo dopo pezzo, nel loro canale video Due Vite a Vela.
Ora sono in Grecia, sulla loro barca Perseus, con un cane e due gatti. Tutto facile? No, come sempre dietro c’è un sacco di lavoro. Li ho intervistati per sapere com’è iniziata questa avventura e quale sarà la prossima.
Ciao Olga, dove siete ormeggiati in questo momento?
Siamo fermi a Glossa [isola di Skopelos, arcipelago delle Sporadi settentrionali] da un po’ più di una settimana. Al momento sono in barca da sola perché Christian è dovuto rientrare per lavoro. Che poi non sono mai da sola, visto tutte le zampe che ci sono a bordo.

Quanto tempo passate in barca all’anno?
Stiamo cercando di allungare i tempi. Abbiamo iniziato con i classici fine settimana, poi le vacanze. L’anno scorso abbiamo fatto due viaggi da 40 giorni e quest’anno abbiamo deciso di vivere in barca da maggio a settembre. Non passiamo ancora tutto l’anno in navigazione, ma stiamo cercando il modo di arrivarci. Abbiamo una casa di proprietà e un negozio: ogni 30 giorni circa Christian rientra per una settimana e si occupa di gestire tutto quello che ha ancora bisogno di presenza.
Mi racconti da dove arriva questa vostra passione per la vela?
Io ho sempre amato il mare, ma non ero mai andata in barca prima di incontrare Christian. L’acqua è il mio elemento: ho sempre nuotato, tutta la vita, ho smesso per un infortunio ma ho bisogno di stare nell’acqua.
Christian è di Milano, ma il padre è originario di Rodi Garganico. Ha trascorso lì tutte le estati da bambino. Ha iniziato così ad amare il mare fin da piccolissimo:prima con il surf e windsurf e poi con la vela. Quando ci siamo fidanzati, aveva un 33 piedi a Goro. Uscivamo nei giorni liberi per la classica giornata fuori porta con i panini o una pasta cucinata a bordo. Così anch’io ho iniziato a divertirmi con la barca.
Un’estate ho abitato a bordo per tre mesi mentre lavoravo come cameriera per la stagione estiva a Porto Garibaldi. Sono laureata in ingegneria meccanica ma la ricerca di lavoro in quel campo non è andata lontano.
Ecco un’altra ingegnere con una crisi di coscienza, come me. Mi fa sempre piacere trovare dei colleghi di cambio rotta. Continua…
Cercavamo una barca su cui andare a vivere. Eravamo disposti a vendere la casa pur di partire per il giro del mondo. Però la ricerca non dava frutti.
Quell’estate Christian mi veniva a trovare nel fine settimana a Porto Garibaldi. Il giorno di Ferragosto stavamo facendo una grigliata al porto e ci siamo messi a mangiare all’ombra delle barche in secca, davanti al nostro ormeggio. Ad un certo punto Christian guarda in alto e ha un colpo di fulmine: vede una barca bellissima, segue la linea dello scafo e arriva fino alla prua con la polena. Non c’è stato scampo, si era innamorato.
Iniziammo così a chiedere informazioni: di chi è la barca? perché non è in acqua? Sembrava dismessa e a noi sembrava impossibile che qualcuno non volesse usare quella meraviglia. Scoprimmo che la barca era del proprietario del cantiere dove eravamo ormeggiati e fu facile avere il permesso di vedere l’interno. Era un vero disastro.

Come avete fatto a innamorarvi di una barca da restaurare messa così male?
Siamo riusciti a guardare oltre ai guasti e alla muffa. Ci siamo immaginati come poteva diventare: non è molto vecchia [è un Vagabond 47′ progetto Schiomachen del 1994] ma ha una linea da antico veliero. Ci abbiamo visto qualcosa di speciale e invece di perdere entusiasmo ce ne siamo innamorati ancora di più.
Qui mi sa che le cose iniziano a complicarsi.
Più che cercare la barca, è stata lei a trovare noi. Però non eravamo ancora pronti per l’acquisto. Per fortuna il cantiere ci conosceva e ci concesse tempo: avremmo potuto cominciare a restaurarla e pensare a pagarla alla fine dei lavori, anche a rate. Così iniziammo.
Perseus era rimasta lì per anni, c’era acqua fino al pagliolo, impianto elettrico scoppiato, mobili ammuffiti, era tutto da rifare. Dedicandole ogni momento libero stimammo un paio di anni per metterla in acqua. Alla fine ce ne sono voluti quasi cinque.
Abbiamo rifatto un bagno intero, l’impianto elettrico e quello idraulico. Abbiamo sbarcato la cucina, sistemata e rimontata, cambiato il boiler, aggiunto le taniche delle acque nere, costruito una tanica per le acque grigie, sistemato le batterie e tutta la strumentazione elettronica. E chissà cos’altro che ora mi sto dimenticando.


Tutto da soli? Come avete fatto?
Con l’aiuto di Google… ma soprattutto sbagliando e rifacendo le cose mille volte. Christian aveva ristrutturato casa sua e ha usato quell’esperienza per orientarsi. Ma per i materiali prettamente nautici abbiamo dovuto fare tanta ricerca. Ogni minuto libero era dedicato allo studio, a fare domande sui forum o a chiedere in giro ad altri armatori. Poi nel 2017 finalmente il varo e la grande festa con tutti gli amici e parenti che negli anni hanno fatto il tifo per il nostro progetto.
Quando avete iniziato a cimentarvi con le navigazioni lunghe?
Prima di andare in Grecia con Perseus avevamo già fatto dei trasferimenti come skipper. Durante il trasferimento più lungo per arrivare fino a Kos [isola greca davanti alle coste turche], avevamo capito che quella vita di mare era proprio adatta a noi. Per non parlare della Grecia: l’Egeo è un parco giochi per chi va in barca, soprattutto per chi arriva dall’Adriatico.
Il primo viaggio lungo con Perseus è stato fino a Zante, sulla rotta che avevamo già percorso. Nel viaggio successivo il maltempo ci ha bloccato alle Tremiti per 20 giorni. Sono isole bellissime, ma venti giorni sono tanti e Christian iniziò a chiacchierare con tutti e a dare una mano in giro: aggiustò la barca da pesca di uno, cambiò il pezzo del motore di un altro. Lui non sa stare fermo e per la prima volta abbiamo visto il valore della nostra esperienza: i lavori di piccola manutenzione per chi è in viaggio potrebbero essere un modo per noi di continuare a lavorare anche in navigazione.
Il primo viaggio lungo con Perseus è stato fino a Zante, sulla rotta che avevamo già percorso. Nel viaggio successivo il maltempo ci ha bloccato alle Tremiti per 20 giorni. Sono isole bellissime, ma venti giorni sono tanti e Christian iniziò a chiacchierare con tutti e a dare una mano in giro: aggiustò la barca da pesca di uno, cambiò il pezzo del motore di un altro. Lui non sa stare fermo e per la prima volta abbiamo visto il valore della nostra esperienza: i lavori di piccola manutenzione per chi è in viaggio potrebbero essere un modo per noi di continuare a lavorare anche in navigazione.

Avete anche un canale YouTube con i video dei vostri lavori di restauro su Perseus.
Sì, lo spirito con cui li abbiamo cariati è sempre lo stesso: condividere con entusiasmo quello che abbiamo imparato. I video sono semplici e spiegano passo passo le istruzioni per fare i lavori in barca. In pratica quello che avremmo voluto trovare noi, ma che non c’era.
Le barche hanno sempre bisogno di manutenzione: una presa a mare da cambiare, un rubinetto che non funziona, una batteria da sostituire. Non tutti sanno come cavarsela da soli. Dai commenti e dai messaggi che riceviamo capiamo che le persone apprezzano la semplicità e chiarezza di quello che spieghiamo.
Avete già delle idee per il futuro?
All’inizio avevamo pensato di vendere la casa per riuscire a comprare una barca su cui vivere. Poi i lavori su Perseus sono durati così tanto che nel frattempo siamo riusciti a mettere via i soldi – integrati con un aiuto dei miei genitori – per pagarla senza vendere la casa. Devo dire che ne siamo felici: casa nostra ci piace. È in campagna, abbiamo un orto, gli animali, ci scaldiamo con il camino a legna. Anche a casa siamo molto a contatto con la natura e abbiamo deciso di tenere entrambe le possibilità.
Ci stiamo organizzando per vivere in barca almeno 5 mesi anche la prossima estate, andando verso le Baleari. Nei nostri sogni c’è anche l’idea di proseguire verso ovest e fare il giro del mondo, ma non è ancora il momento di fissare delle date.

Tutte le foto di questo articolo sono di Olga e Christian, che ringrazio e che spero di andare presto a trovare 😉