La mia prima vacanza in barca a vela è stata abbastanza tardi. Avevo 37 anni, la sognavo da tanto ma ero molto in soggezione. Il mondo della vela, noi abitanti della pianura, ce lo immaginiamo in due modi: o pensiamo allo yacht club fighetto, popolato da figli di papà con la polo bianca e il colletto risvoltato in su, oppure lo associamo ad un inarrivabile sogno di fuga da tutto, all’ancora in un’isola sperduta, senza lavoro e senza wi-fi.
Tra questi due estremi, ho scoperto, esistono molte sfumature. Un’estate ho deciso che era ora di tirare fuori un sogno dal cassetto e iniziare a realizzarlo. Ovviamente ho sfogato la mia ignoranza facendo decine di domande ingenue a google. Probabilmente anche tu, se ti stai preparando alla tua prima volta in barca a vela, vuoi solo sapere come arrivare preparato a questa avventura evitando il mal di mare, senza litigare con il resto dell’equipaggio e senza farti insultare dal capitano. Ti passo le risposte che ho trovato io.
Prima volta in barca a vela
La prima volta che sali su una barca a vela probabilmente è per una vacanza: goditela. L’unico scopo è rilassarsi e scoprire se questo tipo di viaggio è adatto a te. Nessuno si aspetta che tu sia esperto di navigazione, che tu sia capace di regolare le vele, o individuare la direzione dei venti o fare i nodi. Se viaggi con la famiglia, ho scritto una pagina specifica su come sopravvivere alle vacanze in barca a vela con bambini.
Qui trovi le risposte ad alcune domande che mi facevo io; se ne hai altre, scrivimi.
Devo sapere i nomi dei venti, fare i nodi, strambare cazzare lascare?
No, se la tua prima volta in barca è una crociera, non ti preoccupare, fa tutto lo skipper. Se però hai voglia di imparare fallo presente, di solito chi ama il mare è felice di trasmettere le sue conoscenze. Se la tua prima volta è a una scuola vela, tanto meglio, sei lì per imparare non arrivi imparato.
Abbigliamento tecnico: l’equipaggiamento costa tanto?
No, puoi iniziare con le cose che hai. Ho avuto la fortuna di navigare con capitani molto ragionevoli che mi hanno dato un grande insegnamento per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico da barca: inizia! Vai in barca e vedi volta per volta di cosa hai sentito la mancanza. Se ti appassioni ti verrà voglia di acquistare l’attrezzatura adatta al tuo modo di vivere la barca. Quindi se ti imbarchi per la prima volta non comprare una cerata, basta una giacca che ti copre bene e tiene vento e pioggia. Se non ce l’hai già, fai un giro di shopping da Decathlon.
Scarpe da barca: devo comprarle?
Le tanto famigerate scarpe da barca non ti devono preoccupare, sono sufficienti delle scarpe da ginnastica pulite con suola chiara non liscia. Se puoi tienile solo per la barca, non usarle quando scendi a terra; pensale come delle pantofole per stare in casa, in fondo la barca sarà la tua casa per qualche giorno.
Un paio di scarpe chiuse ti serviranno anche se è estate. In barca non si usano le infradito (piuttosto scalzi!). La superficie esterna della barca è attrezzata e le sporgenze dove potresti sbattere il mignolino sono tante e subdole. Se vuoi anche imparare e dare una mano durante le manovre, devi poterti muovere con passo sicuro, senza scivolare.
Abbigliamento barca a vela: cosa portare?
Di solito servono molte meno cose di quelle che ti porteresti in una vacanza della stessa durata. Abbigliamento comodo, sportivo, a strati. Anche se è estate aggiungi qualcosa di caldo per la sera. Porta un minimo di medicinali che potrebbero farti comodo e usa il buon senso che useresti per una qualsiasi vacanza al mare: occhiali da sole, cappello e crema solare. Avere un cambio carino per una serata al ristorante può farti sentire pronto ad affrontare un’evenienza extra, dipende da te.
La valigia per la barca a vela deve essere morbida, te l’hanno già detto, vero? Niente trolley, niente beauty case rigidi. Quando salirai a bordo dovrai sistemare tutto nei tuoi armadietti; la borsa deve potersi piegare e infilare nei gavoni (= spazi per stivare, di solito con apertura a pozzo). Vanno benissimo le sacche, gli zaini e i borsoni da palestra.
Può venirmi il mal di mare in barca a vela?
Succede. Ma può succedere a tutti, non solo ai neofiti. Probabilmente hai già provato qualche altro tipo di navigazione e conosci la tua sensibilità. Andando a vela puoi facilmente stare all’aperto e questo aiuta. Se è solo questo che ti ferma dal primo imbarco non farti bloccare. Ho raccolto alcuni consigli per il mal di mare, puoi provarli e farmi sapere com’è andata.
Come sono gli spazi in barca a vela?
Ti confermo quel che si racconta in giro: gli spazi in barca a vela sono piccoli, ma sufficienti. A prima impressione possono sembrarti angusti e poco vivibili, ma il senso di libertà che avvertirai dopo aver capito come si sta bene eliminando il superfluo ti farà riconciliare con le dimensioni del tuo armadietto. Se hai sperimentato la vita in camper sei avvantaggiato, sai già che ogni piccolo spazio è prezioso.
Per vivere bene gli spazi della barca è importante che ci sia ordine, contribuisci anche tu tenendo le tue cose al loro posto e sistemando sempre gli spazi comuni. È concesso un po’ di casino sei sei fermo all’ormeggio, ma in navigazione tutto deve essere stivato. Le onde o il normale assetto inclinato della barca potrebbero far rotolare per terra la colazione che hai lasciato sul tavolo.
C’è uno spazio che non devi invadere mai: il tavolo da carteggio, cioè l’angolo dedicato allo studio della rotta, alla radio di bordo e altre attrezzature. La tentazione di appoggiarci i tuoi occhiali da sole finché scendi sotto coperta sarà grande, ma non farlo. È una zona di lavoro del capitano e lo deve trovare libero in qualsiasi momento, senza dover chiedere di chi è il telefono rimasto lì sopra.
Quali sono le cose da sapere per la prima vacanza in barca a vela?
Tutto quello che serve sapere sulla barca te lo dirà lo skipper all’arrivo; lo dirà sia per te che per tutti gli altri, anche se non sono principianti. Le regole della casa saranno le stesse per tutti. Ti spiegherà i dispositivi di sicurezza, come funziona il bagno e come sono organizzate le spese. Ti dirà se l’acqua è da centellinare o se sono previste altre soste dove potrà rifornire. Ti dirà come raccogliere e separare l’immondizia.
I rifiuti sono un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Ho trovato molta plastica buttata in mare anche durante una navigazione oceanica. Lo trovo molto triste.
Su barche diverse ho trovato gestioni molto differenti, che dipendono sia dallo spirito ecologico del capitano sia da com’è organizzata la raccolta dei rifiuti nei porti in cui ti fermerai. In linea generale in mare ci vanno solo rifiuti da “umido”, e se sei in rada meglio tenersi nel cestino anche quelli. Vedere gli avanzi del pranzo galleggiare dove si fa il bagno magari non inquina ma non è comunque educato. Per i fumatori: i mozziconi vanno spenti e magari tenuti in un sacchettino chiuso dedicato fino a che non si scende per buttarli.
Lo spirito giusto per il primo imbarco
Ecco alcune cose che è bene sapere, non tanto per la navigazione, ma per affrontare la convivenza in spazi ristretti con altre persone.
Equipaggio: amici o sconosciuti?
Non è detto che andare in una barca piena di amici sia meglio che con degli sconosciuti. È vero che gli amici te li scegli, quindi il rischio di salire a bordo con qualche antipatico diminuisce. Però… con la vicinanza forzata potresti scoprire lati del carattere dei tuoi compagni di viaggio che non avevi mai visto.
Tra sconosciuti, invece, si tende a mantenere comunque uno spazio e una cordialità che nei momenti più concitati possono essere utili. L’esperienza intensa della barca permette di entrare in sintonia anche con degli estranei e regala attimi di condivisione molto profonda. Quindi se stai pensando di imbarcarti da solo, fallo senza timore.
Rotta: finché la barca va…
In barca si va dova decide il capitano, che di solito è un mix tra l’itinerario previsto e quel che dice il vento. Non pretendere che il programma venga rispettato alla lettera a tutti i costi. A volte il motore aiuta a seguire una direzione quando il vento non collabora, ma se lo skipper decide che una rotta non si può seguire molto probabilmente è una questione di sicurezza. Si impara molto di sé e dei compagni di viaggio nei cambi di programma forzati: siediti e osserva.
Collabora
C’è sempre un piano generale, ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. Chi è di turno in cucina sta male e chiede il cambio; qualcuno vorrebbe dormire in rada quando tu avevi già prenotato la pizzeria al porto; c’è chi ama la musica anche in mezzo al mare e chi invece vorrebbe meditare in silenzio. Sii accomodante, goditi il bello e pratica l’arte zen sulle questioni che tendono a dividere in schieramenti.
Non devi sapere tutto
Non prepararti troppo, lascia un po’ di spazio alle sorprese che, in fondo, sono la parte divertente delle prime volte.