Il giro del mondo in barcastop è il libro con cui Alberto Di Stefano condivide le avventure del suo anno sabbatico trascorso in mare. Approfittando dei passaggi offerti alle barche, Alberto parte da Roma e va verso ovest, compiendo tutto il giro e tornando a casa 12 mesi più tardi. Un modo poco conosciuto di viaggiare in Italia, ma molto diffuso tra i velisti che solcano gli oceani.

Alberto Di Stefano, Il giro del mondo in barcastop, Feltrinelli
Il giro del mondo in barcastop è stata la mia prima finestra sul mondo della vela. Quel pomeriggio d’inverno in libreria cercavo qualche racconto di viaggio che mi portasse in vacanza con la fantasia. Tra quelle pagine trovai la forma di un sogno: se prima era solo un desiderio indistinto di partenza, dopo si è trasformato nel mio piano da realizzare. Ci sto ancora lavorando. |
Quando tutto sembra scontato
Quando decide di partire Alberto vive a Milano, ha un lavoro fisso ben pagato e una compagna. Ha anche un sogno: fare il giro del mondo. Per realizzarlo prende delle decisioni coraggiose, organizza con metodo la partenza e lascia alle occasioni il compito di tracciare la rotta.
Sapevo, per averlo letto su alcuni libri, che per una traversata oceanica occorrevano dai quattordici ai venti giorni. Era un tempo lunghissimo e troppo approssimativo per organizzare il mio lavoro. Solamente licenziandomi, e con un intero anno a disposizione, avrei avuto finalmente la possibilità di fare questa esperienza.
Guida o diario di viaggio?
Entrambi. Nel libro ci sono capitoli con tutte le informazioni che possono essere utili a chi vuole intraprendere un viaggio di questo tipo, anche più breve. Dove e quando cercare imbarco, cosa portare e le spese da affrontare. Alberto dedica anche un prezioso capitolo agli effetti psicologici della vita a bordo di una barca a vela.
È interessante come cambino gli umori e gli stati d’animo a seconda dell’intensità del vento. […] Le burrasche uniscono, le bonacce dividono.
I capitoli del “come fare” si alternano a quelli del diario di bordo. Alberto racconta i colori vividi delle terre dove approda e ci fa ascoltare emozionanti conversazioni in pozzetto. L’amore tra Alfredo e Alicia, lo strazio di David, le birre al bar con il primo ministro di Niue: più che tra un’isola e l’altra navighiamo tra i mille modi in cui la vita può sorprenderci.
Quando vorresti conoscere l’autore e dirgli grazie
Sfogliata l’ultima pagina di un libro mi capita spesso di voler chiamare l’autore e dirgli che quel paragrafo, quella frase, sembravano scritti proprio per me. Con Alberto sono riuscita a farlo.
Sono passati quasi 14 anni dalla fine del suo viaggio e l’ho intervistato per sapere qualcosa di più sul prima e sul dopo il giro del mondo. Perché è partito e, soprattutto, perché è tornato? Quali scelte non rifarebbe?
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Aveva imparato che le difficoltà e le paure che si affrontano in mare vengono ampiamente ricompensate dalla felicità che si prova per le emozioni più pure che inevitabilmente si susseguono. È la gioia incommensurabile del sole caldo sulla pelle, di una doccia, una bistecca al sangue, o la vista di una montagna verde. Ma come, penserete. Sono tutte qui la gioia e la felicità di cui stai parlando?