Massimo Vecchietti è un medico anestesista in pensione che naviga assieme alla moglie Paola dal 1990: 72 anni lui, 71 lei, domenica 26 maggio 2019 salperanno per fare un giro del mondo lungo cinque anni e portare assistenza sanitaria lungo la rotta.
Nonostante la frenesia dei giorni che precedono la partenza Massimo è disponibilissimo a rispondere alle mie curiosità.
La partenza è imminente: domenica 26 maggio 2019 alle 12 si salpa. Da quanto tempo progettate questo viaggio?
L’idea è partita già nel 2010. Avevamo un’altra barca, stavamo finendo di prepararla per partire nel 2011 quando, in un cantiere in Grecia, la barca è caduta dall’invaso ed è stata praticamente distrutta. Abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo, molto lentamente.
Però andiamo in barca da molto più tempo. Navighiamo insieme dal 1990 e io prima mi divertivo con le derive e facevo regate con i 470. Sono tanti anni che facciamo pratica.

Come hai conciliato la passione per la vela con un lavoro a terra così impegnativo?
Io sono di origine milanesi, mia moglie è di Varese. Ho studiato e lavorato a Milano per un po’ di anni e andare in barca partendo da Milano era un po’ lunga. Quando ci siamo sposati, nel 1972, abbiamo resistito a Milano ancora qualche anno ma poi abbiamo deciso di venire ad abitare al mare, in Liguria. Da lì è stato più facile.
Anche se avevo un lavoro impegnativo che mi portava via molte ore – ero spesso fuori dalle 7 del mattino alle 7 di sera – appena finivo, salivo sulla mia barchina al porto di Loana e andavo a fare due bordi. Mi ritempravo, e passava lo stress.
Quando avete iniziato a fare viaggi più lunghi?
La prima vera barca da offshore ce l’abbiamo avuta nel 1990 e abbiamo iniziato navigando verso le isole vicine alla Liguria: Corsica, Sardegna, Elba. Con le barche successive, un po’ più grandi, siamo andati alle Baleari, nord Africa, e poi fino in Grecia, dove non manca mai il vento e le isole sono tantissime. Siamo arrivati anche a Istanbul e tutto il Mediterraneo Orientale.

Finora sempre mediterraneo: come ci si prepara all’oceano?
Abbiamo letto e ascoltato molto. E poi chi ha imparato a navigare nel mediterraneo, soprattutto nell’Egeo, ha imparato nel mare più pericoloso del mondo. L’oceano è una superficie idrica molto più prevedibile. Non c’è orografia che può interferire con le perturbazioni. In Oceano si naviga nelle stagioni giuste, partendo al momento giusto e arrivando entro il momento giusto.
Com’è allestita la barca?
L’imbarcazione nasce già per navigazioni oceaniche, noi abbiamo aumentato sia l’efficienza che la sicurezza. Siamo attrezzati per essere indipendenti: oltre ai già capienti serbatoi in dotazione, abbiamo un desalinizzatore che produce 100 litri di acqua all’ora. Per la produzione di energia elettrica abbiamo i pannelli solari, un generatore eolico e un idro-generatore di ultimissima generazione che produce elettricità sfruttando la navigazione. Poi c’è tutta l’attrezzatura sanitaria: una fornitissima farmacia di bordo e anche una piccola sala operatoria.

Non si smette mai di lavorare insomma.
Sono da molti anni volontario della Croce Rossa. Per uno come me è difficile separare la vita professionale dalle passioni: non posso dimenticare di essere un medico. Ho quindi unito utile e dilettevole: intanto che vado in giro e mi diverto, perché non dare una mano se posso farlo? La Croce Rossa nazionale ci ha dato il benestare e la sede di Loano, dove io ho lavorato per molti anni, mi ha dato una mano anche nell’allestimento.
Avete già deciso dove vi fermerete a prestare aiuto?
Abbiamo un percorso solo di massima. Partiremo dalle Canarie in novembre, abbiamo già un appuntamento in una delle isole minori di Capo Verde per i primi giorni di dicembre. Da lì salperemo per la traversata atlantica e arriveremo a St. Martin, una delle isole più a nord dei Caraibi dove sappiamo esserci ancora problemi legati all’ultimo uragano. Da lì scenderemo verso sud andando in quelle isole meno turistiche dove la popolazione ha poca assistenza. Da Panama in poi vedremo.

Quale tipo di interventi prevedete saranno più necessari?
Anche i più banali, come sentire i polmoni per un’influenza o una polmonite. In un posto dove i medici non ci sono, la nostra farmacia di bordo è molto utile. Siamo pronti anche a trattare casi di una certa urgenza, come fratture o ferite, perché abbiamo a bordo gli strumenti necessari: elettrocardiografo, defibrillatore, attrezzature chirurgiche.
Sarà un gran lavoro di squadra. Da quanto siete sposati e come vi dividete i ruoli in barca?
Siamo sposati dal 1972, quindi 47 anni. Lei è il commissario di bordo, io lo skipper. Poi essendo in pochi bisogna fare un po’ di tutto.

Vedervi partire per un viaggio così, anche in età da pensione, dà coraggio a chi si sente costretto a rimandare la realizzazione di un sogno. Hai un consiglio per chi magari scopre la vela tardi e crede di dover rinunciare?
Molto dipende dalla volontà e dalla possibilità di ricavarsi del tempo. Io ho conosciuto delle persone che, senza nessuna esperienza, anche oltre i 60 anni, si sono dedicati alla vela e dal nulla sono arrivati ai Caraibi. Basta impegnarsi molto e non solo a parole.
I figli e i nipoti cosa dicono di questa avventura?
I nipoti sono gasatissimi. Ne abbiamo cinque: il più grande ha 14 anni la più piccola 7.
Le due figlie invece sono moderatamente perplesse. Spero ci verranno a trovare durante il viaggio.
Riuscirete a tenerci aggiornati?
Abbiamo un sito – Le crociere di Patchouli – dove teniamo un di diario di bordo che aggiorniamo a seconda del tempo a disposizione e delle possibilità di inviare comunicazioni.
Oppure c’è la pagina Facebook: Il viaggio di Patchouli intorno al mondo.
Se qualcuno volesse contribuire come può fare?
Alcuni amici ci hanno fornito di materiale scolastico e vestiti da regalare. Nei prossimi anni potete venirci a trovare. Non faremo charter ma chi vuole può dare una mano alla pari. Ci fa compagnia, vede posti nuovi e ci aiuta. Ci potete scrivere anche via mail: smpatchouli@gmail.com
Grazie Massimo e Paola. Buon viaggio e buon vento!
Tutte le foto di questo articolo sono di Massimo e Paola che ringrazio per la disponibilità e la simpatia.