Ma cosa si mangia in barca a vela? Il cibo è un pensiero costante dei marinai, almeno di quelli che ho conosciuto io. Quindi non preoccuparti, non soffrirai la fame, dovrai solo prendere le misure con una cucina diversa.
Prima di partire cerca di avere chiaro chi se ne occupa: c’è un hostess a bordo che aiuta lo skipper nella preparazione dei pasti e tu non devi pensare a nulla? Allora vai a preparare la valigia e non preoccuparti. Se invece l’equipaggio si dividerà i turni di cucina e pulizia troverai qui sotto qualche indicazione per cominciare.
La cambusa
La cambusa è la dispensa della barca. Non è un posto unico, per questo quando si mette via la spesa fai attenzione, anche se non sei coinvolto nell’operazione, altrimenti dovrai sempre chiedere dove sono le cose. Si usa dire fare cambusa per dire che si va a fare la spesa per la navigazione.
Se hai prenotato una crociera probabilmente avrai trovato l’indicazione: cambusa esclusa. Significa che i soldi per la spesa non sono compresi. A seconda di quante persone si imbarcano, dei loro gusti e dell’itinerario si faranno gli acquisti necessari e si dividerà il totale tra i partecipanti. Lo skipper è da considerare ospite e non paga.

Lista per la cambusa
Prima di partire in missione verso il supermercato è utile compilare una lista concordata con l’equipaggio, sia per non dimenticare cose importanti che per essere sicuri che siano soddisfatti i gusti di tutti.
Può essere utile dividere la lista così:
- Ingredienti freschi: carne, latticini, frutta e verdura. Questi vanno comprati per circa 2 giorni e saranno i primi a essere consumati.
- Insaccati o formaggi stagionati, durano un po’ di più se conservati bene.
- Cibo in scatola o a lunga conservazione.
- Spezie e condimenti.
- Spuntini: sono utili soprattutto quelli salati per aiutare a prevenire il mal di mare.
- Bevande: acqua, succhi, bibite, birra e vino. (Sugli alcolici ci sono opinioni diverse, ma io non ho mai visto cantine così ben fornite come in barca.)
- Rum (o qualsiasi sostituto) per le serate di chiacchiere in pozzetto.
Fatta la spesa togli tutti gli imballi inutili prima di partire, così potrai buttare l’immondizia al porto e occuperai meno spazio in stiva. La spesa si ripone nei gavoni e i gavoni sono mimetizzati ovunque: controlla sotto i sedili o dietro gli schienali. Le bottiglie spariscono perfino sotto i tuoi piedi (cioè in sentina). A seconda delle abitudini e del senso dell’umorismo a bordo, il capitano ti darà istruzioni precise su come procedere o si godrà lo spettacolo della confusione che si crea quando non si è pratici dell’ambiente.
Se c’è qualcuno che se la cava con la pesca, procurarsi il pasto da soli dà una grande soddisfazione. Accertati che ci sia a bordo l’attrezzatura, qualcuno pronto a pulire la preda e a cucinarla. Quando hai pescato il necessario per un giorno, tira su le lenze. Sarebbe un peccato buttare a mare del pesce che non si può conservare.

Cucinare in barca a vela
In barca pranzi e cene sono influenzati dal tipo di viaggio. Se sei al porto, puoi contare su negozi e mercati. Potenzialmente puoi preparare quello che vuoi, la cucina di una barca ha fuochi e forno. Controlla però gli spazi, di solito quando hai sul fuoco una padella grande non ci sta altro, quindi le preparazioni procedono una alla volta. All’ormeggio non hai problemi di acqua o elettricità e, se sei stanco, ci sono pure i ristoranti.
Quando il programma prevede di stare in rada, dovrai avere a bordo tutto quello che serve fino al prossimo approdo. Cucinare con il dondolio delle onde potrebbe essere una sfida se non sei abituato. Io, che non sono una brava cuoca nemmeno a casa, cerco sempre di propormi come assistente a qualcuno di più preparato. Imparo e non faccio danni.
Cucinare in navigazione, è per pochi. Non è impossibile, la cucina è attrezzata per essere usata anche con la barca sbandata: i fornelli sono basculanti per tenere il piano sempre orizzontale e ci sono delle cinture che il cuoco può usare se ha bisogno di più stabilità. Se avete davanti giorni e notti di navigazione è inevitabile, ma se manca poco alla prossima sosta un panino andrà bene.
La pentola a pressione
Tutte le barche hanno in dotazione una pentola a pressione. Aiuta a far bollire l’acqua in meno tempo e permette di cucinare dei piatti completi con un unico attrezzo. In navigazione, se cade, non scotta e non sporca.
Giovanni Soldini racconta che per lui non c’è modo più pratico di cucinare in barca: la usa per qualsiasi pietanza. Io per ora sono ferma al risotto, ma se lo dice Soldini dovrò espandere il mio ricettario e diventare maestra di dosaggio dei liquidi e tempi di cottura.

Menzione speciale all’aperitivo
Non si può parlare di cibo in barca senza citare l’aperitivo. Non è mai troppo presto o troppo tardi per l’aperitivo in barca. L’orario delle attività è scandito da cosa si fa prima o cosa si fa dopo l’aperitivo. Se sei capitato in una barca in cui non si fa l’aperitivo, ritenta, sarai più fortunato.
Lavare i piatti
Piatti e bicchieri in barca di solito sono in melamina, materiale plastico resistente agli urti e che si riutilizza. Per evitare di lavare qualcuno usa stoviglie di plastica usa e getta, ma a meno di condizioni particolari, è meglio di no. L’usa e getta aumenta il volume della spazzatura in barca e non si abbina bene all’amore per il mare.
L’unico problema del lavare i piatti in barca (oltre e trovare il volontario) è l’uso dell’acqua. Se non si sta in porto, bisogna sempre fare attenzione: le riserve sono limitate. È utile avere una bacinella dove mettere in ammollo le stoviglie o dove poter recuperare l’acqua di cottura: quella della pasta, ricca di amidi, è un ottimo sgrassante.
Qualche skipper si ingegna con la lavastoviglie marina: una rete con un cappio in cui infilare i piatti. Si lega la rete con una cima e si risciacqua in mare, in navigazione ancora meglio. I piatti tornano a bordo puliti e basta una passata veloce di acqua dolce prima di metterli via.
Buttare la spazzatura
L’unica spazzatura che può finire in mare sono i resti del cibo. Cerca però di buttarli quando sei in navigazione, non in rada dove altre persone stanno nuotando. Tutto il resto va portato al prossimo porto.
Ristorante stellato

Le cene più buone che io abbia mai mangiato sono state quelle in mezzo all’oceano. Cucinai poco durante la traversata, lo ammetto. Ero molto impegnata a tenere a bada il mio mal di mare e scesi il meno possibile sottocoperta. Proprio per questo mangiai sempre all’aperto, anche la sera, con i piatti illuminati da una torcia giusto il tempo di vedere che cosa c’era dentro e poi subito spenta. Perché cenare sotto le stelle non è solo un modo di dire quando sei là fuori.