Lucas Migliorelli è nato in Brasile, da una famiglia di origini italiane. Oggi ha 32 anni, viaggia per il mondo da quando ne aveva 19, parla quattro lingue e fa il cuoco. Ha trovato nella barca il mezzo più adatto per soddisfare il suo spirito vagabondo.
Lucas, mi racconti come sono iniziati i tuoi viaggi?
Sono nato vicino a San Paolo e cresciuto a Florianópolis. Dopo i 19 anni ho iniziato a viaggiare, ho vissuto a Buenos Aires, in Inghilterra, in Nuova Zelanda, negli Stati Uniti e, infine, in Italia. L’Italia è il posto dove mi sono fermato di più perché lo sento mio.
Hai iniziato a viaggiare per studio o per lavoro?
Da piccolo volevo fare il pilota. Ho capito presto che non sarei riuscito a fare un percorso così lungo e ho deciso di frequentare corsi di cucina: ho scelto una professione che mi permettesse di trovare lavoro ovunque andassi. E così è stato, in ogni paese dove ho vissuto ho sempre trovato lavoro in cucina. (Potendo scegliere preferisco i ristoranti francesi, si impara molto e pagano meglio.) Ogni volta ricominciavo da capo, cercavo lavoro, studiavo la lingua. In Italia ho avuto anche una vera casa e ammetto che per un po’ tutto era diventato più semplice. Ma avevo dentro questo fuoco, questa voglia di muovermi che mi ha spinto verso nuove avventure.

Da dove arriva la decisione di comprare una barca e viverci?
Non è stata un’idea improvvisa, ma più come unire i puntini. Ho sempre avuto un rapporto speciale con in mare, mi piace molto viaggiare, conoscere nuovi posti e nuove culture, senza fretta. I primi viaggi in Europa li ho fatti in bicicletta: partendo dal Veneto sono andato una volta in Inghilterra, un’altra in Francia, una volta fino in Svezia. Per un periodo ho pensato che la soluzione per me fosse un camper, ma mi sentivo troppo vulnerabile. Ho poi rivisto un mio amico, anche lui italo-brasiliano, che aveva comprato una barca e fatto il giro del mondo; lui mi ha messo questo pensiero. Ho passato un bel po’ di tempo a dirmi che non era per me, che non avevo i soldi, che non ne sapevo nulla. Ma contemporaneamente ho anche iniziato a guardare gli annunci di barche in vendita. Così ho trovato l’annuncio di Alessia Niero che vendeva la sua Coolona. Insieme alla barca ho trovato anche una grande amica.

Come hai imparato a navigare?
Appena comprata la barca non sapevo fare nulla, quindi ho fatto un corso. Poi ho avuto la grande fortuna di diventare amico di Matteo Groppo, bravissimo velista, che mi ha aiutato tanto. E poi ho sbagliato e imparato dagli errori. Non sono un super velista, ma me la godo, l’anno scorso abbiamo navigato tutto l’Adriatico fino in Grecia. Mi sono fatto l’idea che nella vela continuerò a imparare per sempre. Non saprò mai tutto, ci sarà sempre qualcosa di nuovo, ed è uno dei lati più belli dell’andare per mare: c’è sempre qualcosa che non sai.

Ora che vivi in barca come concili la navigazione e il lavoro?
Ho adattato la mia professione al nuovo stile di vita digitalizzando il mio lavoro: ho creato uno stile di corsi di cucina che si può fare on line, giro il Mediterraneo e faccio lezione di cucina dalla barca. È stata una scelta perfetta per questo ultimo periodo in cui i ristoranti sono stati chiusi e le persone hanno passato molto tempo on line. Non ho uno stipendio da grande chef, ma guadagno quello che serve per mantenere il mio stile di vita e sono contento. Ho anche scritto un libro di cucina e qualche entrata arriva anche da lì. Da poco ho iniziato a collaborare anche con aziende che vendono vini italiani all’estero. Spero che duri ancora perché sta andando bene, ma sono sempre pronto a reinventarmi. È vero che mantenere una barca costa, ma mantenere una casa di più. In barca ho molte meno spese.

C’è qualcosa che ti manca di una casa?
Nel periodo in cui ho abitato a Vicenza, nonostante prima avessi viaggiato sempre con poco, ero riuscito ad accumulare molte cose. Andare a vivere in barca è stato liberatorio, ho venduto tutto e all’improvviso respiravo meglio. La vita ora è più semplice, ci metto un’ora a pulire la barca. Se devo proprio dire una cosa che mi manca – può sembrare una cazzata – è il forno elettrico per la pizza o le torte. In barca c’è il forno è a gas, ma non è la stessa cosa.

E la saudade della famiglia non ce l’hai?
Ho fatto questa scelta di vita con il mio compagno, quindi non sono da solo. Dopo tutti i miei viaggi posso dire di avere amici ovunque. Ogni porto dove mi fermo c’è sempre qualche contatto che mi aspetta. La mia famiglia di origine è ovviamente più lontana, però quando qui è inverno metto la barca all’asciutto e andiamo in Brasile, dov’è estate. Lì stiamo con mia mamma e mia sorella, rimaniamo tre o quattro mesi, troviamo un lavoro e così passiamo tutto l’anno con la bella stagione. Ci sono posti dove si guadagnerebbe di più, per esempio in Germania, ma la vita è troppo breve per stare in posti dove fa freddo.

Dimmi una cosa da fare e una da non fare per chi, come te, vuole andare a vivere in barca.
Secondo me la cosa da fare è iniziare subito. Non aspettare il momento giusto o i soldi per la barca perfetta, perché i soldi risparmiati non valgono il tempo perso dedicato a una vita che non ti piace. Fai con quello che hai, fai un corso, inizia.
Una cosa da non fare credo sia iniziare con una barca grande. Anche se molli una casa non non cercare di compensare con tanti metri di barca. Tieni conto non solo dello spazio che vorresti, ma anche della difficoltà a fare le prime manovre e dei costi più alti di ormeggio o di manutenzione. Inizia con una barca piccola e che sia facile da rivendere.
Dove ti vedi tra cinque anni?
Per uno come me è una domanda difficilissima, non so dove sarò, ma credo sarò ancora in barca. Ho pensato alla traversata, ai Caraibi, ma devo dire che in Mediterraneo mi trovo proprio bene. Non solo in Italia, proprio nel Mediterraneo mi sento a casa, dal Portogallo fino a Tel Aviv. Se devo dire un posto dove è probabile che passeremo del tempo fermi credo sarà la Spagna, magari per mettere via un po’ di soldi e ripartire. Ma non mi prendere alla lettera: cinque anni fa giravo in Europa in bicicletta e guarda ora.

Le immagini di questo articolo sono di Lucas Migliorelli che ringrazio per aver descritto il mondo come una grande avventura, nonostante il periodo. Buon vento.