Il dubbio di come si dorme in barca a vela può essere un ostacolo alla prima vacanza. Nessuno partirebbe pensando di andare incontro a notti scomode e insonni.
La verità è che la barca concilia il sonno: sarà il dondolio che culla, sarà la vita all’aperto che stanca, non ho mai fatto fatica a dormire anzi! Ho spesso ceduto a un rilassante pisolino anche durante il giorno. Per la mia esperienza anche i bambini in barca dormono di più, quindi porta pure tutta la ciurma.
Dove si dorme in barca a vela?
Quando pensi alla tappa della sera, per decidere dove dormire, devi tenere conto di alcune cose.
- Il meteo: con mare molto mosso o pioggia in arrivo sta allo skipper decidere, non hai voce in capitolo. Cercherà il porto più vicino o il riparo più sicuro.
- Le provviste a bordo: con serbatoi e cambusa vuoti non è divertente restare per mare.
- I programmi del gruppo: c’è chi ha voglia di vita mondana e chi di silenzio e isolamento. Parti con i compagni di viaggio giusti o trova un compromesso.
Dormire in porto
Le possibilità che offre una notte in porto sono molte. La più importante è il riparo dal maltempo. Quello che a terra magari è solo un piacevole vento rinfrescante, in mare potrebbe dare fastidio o, peggio, essere poco sicuro.
Quando la barca è ormeggiata in un marina la corrente e l’acqua non sono più una preoccupazione. Le colonnine sui pontili hanno un attacco di corrente e un rubinetto per riempire i serbatoi. Questo è il momento giusto per mettere a ricaricare il telefono e la fotocamera.

Anche i bagni dei marina sono a tua disposizione. Gli standard sono molto diversi: ho trovato sia servizi lussuosi che box prefabbricati, ma una lunga doccia calda sono sempre riuscita a farla.
In paese potrai fare scorta per la cambusa e goderti una cena al ristorante. Se ti senti strano, con poco equilibrio e ti pare di dondolare anche se sei seduto al bar, non ti preoccupare, è normale. Lo chiamano mal di terra e significa che il tuo corpo si era abituato molto bene alla barca.
Anche la vita del porto è interessante: prova ad attaccare bottone con la classica domanda sul meteo previsto per il giorno successivo e vedi dove la conversazione va a finire. Potresti trovarti a prendere un aperitivo nella barca del vicino di ormeggio o tra le mani un pesce regalato da chi ne aveva pescati troppi.
Le notti in porto si pagano e il prezzo varia molto in funzione del posto e della stagione turistica. Per questo sono quasi sempre tra i costi extra della vacanza: si divide la spesa tra i partecipanti, skipper escluso, prelevando dalla cassa comune.
Dormire in rada
Se le condizioni meteo sono favorevoli e la cambusa è ben fornita per la cena, io voto sempre per dormire in rada. Si dice anche passare la notte alla fonda, cioè in una baia protetta.

L’ancoraggio è uno dei crucci più grandi degli skipper credo, perché in rada ho sentito dare di matto anche al più calmo dei capitani. Le cose da considerare sono in effetti molte: l’ancora deve avere fatto presa sul fondale, la catena deve essere lunga abbastanza per un ormeggio sicuro, lo spostamento naturale della barca in direzione di vento e corrente deve essere previsto in modo da evitare di scontrarsi con altre barche o peggio con gli scogli.
Alcune baie sono attrezzate con un campo boe. Significa che ci sono delle cime ben ancorate sul fondale a cui la barca può attraccare in sicurezza. Non ci sono pontili per scendere a terra né servizi speciali, anche se a volte i responsabili del campo, che si avvicinano alle barche per assisterli nel recupero delle cime, sono disponibili per traghettare i passeggeri a terra.
Risolto con l’ancoraggio puoi goderti il lato selvaggio della notte in mare. Dormire in rada è una delle esperienze da fare una volta nella vita. Vedere la baia svuotarsi dai turisti, fare l’ultimo bagno al tramonto, sciacquarsi con la doccetta in pozzetto e poi infilarsi la felpa perché l’aria rinfresca. Il cielo inizia a scurirsi e stappi una bottiglia di vino; nessun’altra festa a terra sarà mai più all’altezza.
Dormire in navigazione
Durante le traversate più lunghe si dorme per forza anche in navigazione. Probabilmente è un sonno più disturbato: capita di svegliarsi con i rumori del cambio di turno di guardia, o la sveglia suona a orari improbabili se sei proprio tu che devi coprire il turno. Nelle navigazioni notturne a cui ho partecipato il sonno non è mai stato da manuale, ma è stato un sonno necessario, quasi un crollo.
Letti e cabine in barca a vela
Quelle che noi chiamiamo camere da letto, in barca sono cabine o cuccette. La grandezza delle cabine e dei letti dipende molto dalle dimensioni della barca su cui sali.

I letti in barca
A meno che tu non abbia prenotato una barca super lusso, non aspettarti di avere spazio per ballare in camera, ma i letti matrimoniali sono larghi per starci tranquillamente in due.
Quando ti dicono che la cabina ha un letto a castello allora quel materasso sarà parecchio più stretto. Se hai problemi negli spazi piccoli forse avere il letto sopra che ti ostacola non sarà piacevole. Puoi farlo presente al momento di prenotare e chiedere se c’è un’altra sistemazione. Io l’ho provato e, dopo averci preso le misure, mi sentivo in un abbraccio sicuro.
Potrebbe capitarti di dividere una cabina matrimoniale con qualcuno che non conosci: se ti crea imbarazzo puoi chiedere di far sistemare una sponda. Dovrebbero essere sempre a bordo perché pensate come appoggio anti rollio per dormire durante la navigazione e non rotolare da una parte all’altra della cabina se la barca sbanda (è tutto a posto non è grave se sbanda, anzi, per una barca a vela è l’ideale). Le reti o le sponde anti rollio sono molto utili anche quando ci sono bambini in barca che fanno un pisolino in navigazione.

Le cabine
La cabina più bella di solito e quella a prua (sulla punta), detta anche cabina armatoriale cioè dell’armatore. L’armatore è il proprietario della barca, che non sempre coincide con lo skipper. Lo svantaggio della cabina di prua è che in navigazione subisce maggiormente il beccheggio (l’oscillazione in su e giù dovuta alle onde).
Le cabine a poppa (dietro) sono più stabili ma sono vicine al motore. Quando sei in vacanza di notte non navighi, quindi non ci sono problemi. Se affronti una traversata e non c’è vento il motore disturberà parecchio, ma sei in mezzo al mare e non puoi fare lo schizzinoso.
C’è un letto anche in dinette, cioè nel salottino centrale della barca. Abbassando il tavolino si crea il ripiano da coprire con gli schienali dei sedili e ottieni il letto più largo e stabile della barca. Peccato che chi dorme lì abbia meno privacy e sia il primo a doversi svegliare e fare il caffè per tutti.
Dormire all’aperto
Hai mai dormito all’aperto sotto le stelle? Porta il sacco a pelo, ché questa potrebbe essere l’occasione buona e togliersi la curiosità. Se fa abbastanza caldo puoi rischiare, fai solo attenzione all’umidità, durante la notte in mare ce n’è parecchia. Sotto al tendalino sarai un po’ più riparato, ma ti consiglio di fare una prova il giorno prima: quando ti alzi ed esci controlla i cuscini all’esterno e i sedili del pozzetto. Le goccioline che vedi ricopriranno anche te durante la notte.

Qualche trucco per dormire meglio
Io mi porto sempre un astuccio che tengo sul letto per non dar fastidio a tutti con la mia ricerca notturna. Ecco cosa ci metto dentro.
- Tappi per le orecchie: utili se qualcuno russa o semplicemente per i rumori nuovi a cui non sei abituato.
- Mascherina per gli occhi: bello svegliarsi alle prime luci dell’alba, ma non sempre.
- Piccola torcia: se ti devi alzare per andare in bagno riesci a vedere dove metti i piedi senza svegliare gli altri.
- Ebook: questo è in più, ma se ti piace leggere a letto è perfetto.
Quando torni mi fai sapere com’è andata? Buon vento!
Alcune foto di questo articolo sono un regalo del mio amico velista Claudio, grazie.