Si divertono i bambini in barca a vela? Consigli e ricordi dalle dirette interessate: le mie figlie.
La vacanza in Sardegna in barca è stata la prima volta per tutta la famiglia. Alice aveva sei anni, Sofia quasi quattro. Usano ancora quella settimana come termine di paragone con tutte le vacanze successive e ormai sappiamo che sarà difficile da battere: uno dei mari più belli del mondo visto da una parco giochi galleggiante, vivendo in costume dalla mattina alla sera.
Ecco qua una chiacchierata con loro per capire cosa ricordano dopo due anni.
Quando abbiamo cambiato i programmi e invece di passare una settimana in appartamento abbiamo deciso che saremmo stati in barca, che cosa avete pensato?
S: Avevo un po’ di timidezza perché non sapevo che cosa avremmo fatto e non sapevo se soffrivo il mal di mare, però dopo mi è piaciuto.
A: All’inizio ho pensato che stavi scherzando, poi invece no. Anch’io avevo un po’ di paura ma ero anche felice.

Quando siamo arrivati al porto e avete visto la barca cosa avete pensato?
S: Che bella, voglio salirci al più presto.
A: Ce n’erano molte e non sapevo qual era, avevo voglia di trovarla. Però avevo anche un po’ di paura tipo che poteva affondare. Poi l’ho vista ed era di legno, più bella di tutte le altre, anche se era più piccola.
Avevate paura di salire in barca con persone che non conoscevate?
A: No.
S: No. L’unica cosa che mi faceva paura era lo scalino per salire perché potevo cadere giù. Dovevo fare un passo gigante. [passaggio dal molo alla barca, a volte con passerella, a volte senza].
Prima della partenza che cosa avevate immaginato di fare?
S:Di issare le vele subito e partire… così!
E invece?
S: E invece no!
A: Anch’io mi immaginavo di partire con il vento e invece no. Si chiacchierava e si andava con il motore. Cioè anche con le vele, ma poco.

In barca si sta comodi o scomodi?
S: Eravamo in un bel po’ [boh, noi + capitano e compagna] e ci scontravamo sempre, ma io passavo sotto.
A: Noi dormivamo a prua che era la cabina più grande perché la punta era tutta un letto e potevo tenerci anche i libri e i giochi. Per me era molto comoda.
Cosa si mangia di buono in barca a vela?
S: Io non mi ricordo.
A: Pasta, pomodorini e quel pane rotondo che si rompeva [pane carasau]. A colazione le gocciole. Noi facevamo colazione con i pesci e facevamo apposta a fare tante briciole con le gocciole, così venivano in tanti. Mezzo sacchetto a noi e mezzo a loro.
S: Io ho lanciato un pezzo di pane e Nutella a un gabbiano che l’ha preso al volo.
Vi ricordate di quella volta che abbiamo aperto le vele per andare veloci e ci arrivavano gli spruzzi in faccia? Com’è stato?
S: È stato fantastico!
A: Tu mi hai dato la tua giacca perché avevi il dubbio che la mia non tenesse l’acqua. Ma io non avevo freddo. Solo che il gusto dell’acqua salata non è buono.

Qual è stato il momento più bello di quella vacanza?
A: Io quando ho imparato a nuotare senza braccioli.
S: Io quando davo da mangiare ai pesci
Quali sono i vantaggi di essere in barca invece che in una casa?
S: Che ti puoi tuffare quando vuoi.
A: Dalla barca vedi dei colori più belli.

Mi dite una cosa che non vi è piaciuta?
In coro: Il bagno!
Cosa aveva il bagno che non andava?
A: era piccolo e stretto, come i bagni degli aerei. Per lavarsi il sedere invece del bidet c’era una specie di rubinetto doccia.
Rifareste un’altra vacanza in barca a vela?
In coro: Sììììì

Di questa intervista esiste anche il file audio, come prova che non mi sono inventata nulla. Dicono proprio issare, prua, e cose del genere. Lo esibirò solo se qualcuno non mi crede.
Non lo carico perché – oltre alle risposte – si sentono i litigi per chi doveva rispondere prima, per chi copiava l’idea dell’altra e per chi stava davanti… anche se non stavo filmando nulla. Ecco, quelli te li risparmio.
Se ti restano dubbi puoi leggere la pagina dedicata a alla prima vacanza con bambini in barca a vela oppure puoi scrivermi. Poi, se parti, fammi sapere com’è andata.